Il Natale a Cipro
Il Natale a Cipro si festeggia sempre in maniera piuttosto tradizionale. Senza alcun dubbio, è un momento magico, prezioso, è il più amato delle festività per grandi e piccini. Cipro condivide buona parte delle tradizioni e abitudini natalizie con la Grecia; queste due culture hanno tanti punti in comune, difatti le loro tradizioni natalizie sono le stesse o molto simili. Per questa ragione, proseguendo noterai alcune usanze che non saranno menzionate nel materiale della Grecia. In ogni caso, quanto viene riportato per la Grecia ha a che vedere anche con Cipro. Al di là della decorazione realizzata con l'albero di Natale, la storia di Babbo Natale e il tipico cibo natalizio, diamo un'occhiata a ulteriori tradizioni: a Cipro (e in Grecia) vi è una pianta utilizzata tantissimo in questo periodo, all'interno delle abitazioni e viene inoltre donata in regalo più volte. Tutti i fiorai possiedono la famosa Poinsettia rossa decorata con meravigliosi nastri pronti a illuminare ogni casa; i fiorai chiamano questa pianta Alexandrino.
Tradizionalmente, coloro che professano la religione greca ortodossa, digiunano per 40 giorni prima dell'arrivo del 25 dicembre, così da purificare il proprio corpo e celebrare la nascita di Cristo. Bensì oggi, pochi seguano ancora questa tradizione, il giorno di Natale segna ancora la fine del digiuno e viene celebrato con tantissimo cibo.
Moltissime tradizioni cipriote ruotano attorno al cibo. Le due più popolari specialità dolci della stagione sono i melomakarona (biscotti all'arancia e cannella, glassati con lo sciroppo di miele e ricoperti di nocciole) e i kourabiedes (biscotti di mandorle ricoperti di zucchero a velo). Le donne cipriote durante le festività natalizie, oltre a preparare questi dolci tradizionali, impastano un pane speciale chiamato "gennopitta", conosciuto anche come "Christopsomo". Si tratta di un pane dolce, il cui nome sta ad indicare "il pane di Cristo" ,su di esso viene realizzata una croce; questo pane viene consumato nel giorno di Natale assieme ad un lauto banchetto. In merito alle tradizioni culinarie vi è un'altra tradizione per il giorno dell'Epifania. Le casalinghe realizzano la "ksetoriana", un dolce chiamato in greco "loukoumades", una sorta di ciambella. Alcune di queste ciambelle vengono lanciate sui tetti, in modo che le fastidiose creature dall'aspetto mostruoso, chiamate kalikantzaroi, se ne cibassero e andassero via senza arrecare alcun danno.
Dopo la Santa Messa, il prete del paese visita le case, benedicendo gli abitanti con l'acqua santa. Questa abitudine prende il nome di "Kalanta" (canti natalizi nella lingua greca), oggi intonati dai bambini. Il prete viene accompagnato da un bambino che sorregge il recipiente con l'acqua santa. Tutta la gente ripone delle monete nel recipiente in segno di dono verso il prete. Tutti i bambini cantano di casa in casa per racimolare qualche soldino, chiamato "ploumisma" nel dialetto cipriota. Ad oggi, vi sono gruppi di bambini che si riuniscono e vanno di casa in casa, portando con sè dei triangoli e altri strumenti musicali e cantando i canti natalizi durante la vigilia di Natale. Bussano alle porte chiedendo "Na ta pume, na ta pume?" che sta a dire "Possiamo cantare?"; dopo aver cantato ricevono la loro ricompensa sia con una piccola quantità di monetine che con dei kourabiedes e melomakarona.
In alcuni paesi si svolge un rituale molto interessante, secondo il quale la gente nei pressi di un caminetto realizza una croce nell'aria con un ramo di ulivo, poi esprime un desiderio e lancia la foglia tra le fiamme. Si dice che coloro che lanciano il rametto stiano pensando alla persona amata; se le foglie dell'ulivo scoppiettano e saltano quando vengono lanciate tra le fiamme allora l'amore è ricambiato.
I bimbi sono soliti aprire i loro regali a Capodanno e non il giorno di Natale, poichè il loro Babbo Natale è "Ai-Vasilis" che festeggiano il primo gennaio. Nella vigilia di Capodanno, dopo che i bambini sono andati a letto, le mamme sistemano accanto all'albero di Natale la torta per Babbo Natale, all'interno della quale ci inseriscono una moneta; poi sulla torta ci posizionano una candela accesa e al suo fianco un bel calice di vino. La tradizione vuole che Ai-Vasilis sarebbe giunto esausto; così avrebbe benedetto la torta e avrebbe bevuto il vino. Poi avrebbe posizionato i regali per i bambini sotto l'albero. I bimbi sono soliti svegliarsi presto al mattino e una volta tagliata la "Vasilopitta" - la torta di Babbo Natale - per scoprire chi sarebbe stato il fortunato dell'anno, e cioè colui che avrebbe avuto il pezzo di torta contenente la moneta - corrono verso l'albero per scartare i loro regali.
Inoltre, nonni e nonne sono soliti "ploumizoun" donare dei soldi ai loro nipoti nel giorno dell'Epifania, il 6 gennaio. I bimbi, la mattina presto si recano presso i loro nonni enunciando il verso "Kalimera ke ta Phota ke tin ploumistira prota" - buon giorno in questo giorno di luce, prima d ogni cosa vorremmo ricevere il nostro regalo- a questo punto i nonni, soddisfatti, donano loro la mancia, ovvero il presente in monete.
Il Natale in Grecia
Mentre potreste essere avvezzi ad alberi e renne decorate, il Natale in Grecia potrebbe in realtà sorprendervi. Ecco qui cinque tradizioni comuni in Grecia durante il periodo natalizio!
Barche e alberi di Natale
Bensì gli alberi di Natale siano fortemente popolari negli Sati Uniti, in Grecia è possibile imbattersi sia in degli alberi di Natale che in delle barche natalizie. Nel corso della storia del paese, le mogli e i bambini hanno continuato, nel periodo natalizio, a decorare barche di legno al fine di accogliere i propri mariti e figli di ritorno dal mare, sicuri dal pericolo. Ad oggi questa tradizione è ancora in vita.
I bambini cantano Kalanta
Nella notte di Natale, i bimbi son soliti andare di casa in casa, nel proprio vicinato, per intonare canti natalizi o "kalanta". All'interno del canto i bambini aggiungono anche qualche strofa che auguri prosperità e lunga vita al padrone della casa che li ha accolti. Spesso i canti sono accompagnati dall'utilizzo di un triangolo che non deve necessariamente essere accordato con i canti intonati, piuttosto è un elemento parte della tradizione.
Tra i vari strumenti è previsto anche l'utilizzo di armoniche o tamburi. Dopo aver augurato delle buone vacanze ai propri vicini, i bambini sono ricompensati con caramelle, frutta secca e spiccioli.
Il pane di Cristo (Christopsomo)
Christopsomo (il pane di Cristo) è una pagnotta rotonda, cibo imprescindibile delle tavole natalizie in Grecia. "Il Christopsomo risale all'era ottomana ed è tuttora parte fondamentale della tradizione culinaria durante le festività natalizie in Grecia" afferma Karamanes. Bensì la decorazione sia differente di regione in regione e sia utilizzata per rappresentare la vita e il lavoro del padrone di casa, ogni Christopsomo riporta al suo centro, una croce realizzata con la farina così come mandorle e nocciole spolverate sulla parte superiore, a simboleggiare la prosperità. "Ricreando attraverso la farina scene di vita contadina (e.g. animali, fattorie e vigneti), le casalinghe intendono creare una distinzione tra il Christopsomo e le solite pagnotte, così da evidenziare l'unicità del giorno di Natale. Allo stesso tempo, il suo significato simbolico intende portare un anno prosperoso al padrone di casa", aggiunge. Il Christopsomo viene consumato nella notte di Natale.
Dessert natalizi
Melomakarona (biscotti al miele) e kourabiedes (biscotti al burro ricoperti di zucchero) sono il dessert tradizionale più popolare della Grecia natalizia. Realizzati esclusivamente con ingredienti locali, queste deliziose bontà, secondo Karamanes, sono state parte della tradizione greca sin dall'antichità. "Gli ingredienti principali dei melomakarona e dei kourabiedes sono olio, miele, arance a nocciole che sono i prodotti per eccellenza della terra greca. Bensì, ad oggi, questi biscotti al miele siano connessi alla tradizione natalizia, nell'antichità i greci li consumavano come dessert giornaliero" afferma.
Vasilopita
Vasilopita, tradotta torta di San Basilio, è un dessert tradizionale realizzato per il primo dell'anno. Ogni Vasilopita contiene una moneta; il capo della famiglia taglia la torta in pezzi e si dice che chiunque trovi quella moneta avrà un anno fortunato. Questa tradizione proviene dalla legenda secondo la quale i residenti di Cappadocia dovessero recuperare denaro e gioielli da consegnare, come se fosse una tassa, al prefetto tiranno della zona.
San Basilio riuscì a far cambiare idea al prefetto e quindi ad esonerare la gente dal dover dar via i propri averi. Non sapendo come poter riconsegnare i beni ai giusti proprietari, la gente seguì il consiglio di San Basilio e preparò piccole torte. San Basilio poi, inserì i gioielli e i soldi all'interno delle torte e miracolosamente ogni persona ricevette il proprio bene,
La benedizione dell'acqua (Epifania)
L'Epifania (il sei genneio), chiamata anche Teofania o colloquialmente Ta Phota (luci), in Grecia è un giorno di festa che celebra il battesimo di Gesù al fiume Giordano, battesimo realizzato da San Giovanni Battista. Dopo la liturgia divina i preti benedicono le acque, lanciano una croce nel mare, fiume o lago e un gruppo di uomini ci si tuffano, immergendosi. Si dice che colui che troverà la croce sarà benedetto per tutto l'anno e che, a seguito della cerimonia, le acque siano completamete purificate.
Il Natale in Libano
Nella capitale, Beirut, si svolgono feste natalizie sfarzose e piene di stile all'interno dei più importanti hotel; tantissima gente vi partecipa anche se non è di fede cristiana. Le vetrine dallo stile occidentale espongono stelle di Natale, luci, agrifogli e alberi natalizi che stanno diventando sempre più popolari.
Quando si va a fare visita dirante il periodo natalizio, si è soilti consumare delle mandorle zuccherate assieme a una bevanda dolce fortemente alcolica.
Tra le tradizioni cattoliche rientra anche la messa della notte.
Precedentemente al Natale, nella notte di Santa Barbara, alcuni paesi cristiani seguono una tradizione speciale che vede tutta la famiglia riunirsi e piantare dei semi in un batuffolo di cotone. Poi, a ridosso del 24 dicembre, i giovani germogli saranno pronti e verranno posizionati nella culla di Gesù, come simbolo di vita.
Secondo la tradizione libanese la gente è solita piantare il grano nel giorno di Santa Barbara in segno di compassione verso Santa Barbara che fu costretta a nascondersi in un campo di grano mentre fuggiva dal padre. Ad oggi non seminiamo solo il grano ma anche le lenticchie, i ceci o qualsiasi altro seme che sia in grado di crescere per poi essere utilizzato come decorazione dell'albero di Natale.
In Libano, dicembre è un mese associato alla pianta dalle foglie rosse, la Poinsettia. La gente del posto adora acquistarne in grandi quantità così da decorare le proprie case, i negozi e le strade.
"Qui, la Poinsettia è la pianta simbolo del Natale. Le persone amano donarle come presente o posizionarle per la casa per creare un'atmosfera gioiosa."
In Libano, Babbo Natale è vestito di rosso con una bianca barba lanosa - anche se la temperatura supera i 10 gradi.
Quando, nei primi di dicembre, le prime luci e stelle luccicanti iniziano ad adornare strade e negozi, la gente sente che il Natale sta arrivando.
La maggior parte della popolazione parla l'arabo perciò Buon Natale, عيد ميلاد مجيد, sta a significare "Felice festa della Nascita" oppure potresti fare un augurio dicendo "Kul'am wa enta bi-khair", che significa "possa ogni anno ritrovarti in buona salute". In Libano si parla anche il francese perciò potresti augurare alla gente Joyeux Noël!
Il Natale in Georgia
Le festività natalizie e quelle del nuovo anno, come tutte le festività in Georgia, sono strettamente connesse alla tavola - la cultura della supra (tovaglia) ha una portata più profonda ripsetto ad un pasto ordinario. Per questo la festività inizia proprio con il ricoprire la tavola con una tipica tovaglia georgiana blu, la quale, con i suoi simboli figurativi e ornamentali dal colore bianco, riflette le usanze dell'antichità radicate nella tradizione folcloristica del paese. Le raffigurazioni riportano alcune delle più importanti cerimonie e tradizioni che si sono susseguite nei secoli in ogni famiglia georgiana. Alcuni di questi costumi sono tuttora in vita.
Nella Gerogia dell'antichità, la mattina di Natale iniziava con un rituale che comprendeva esprimere un desiderio e aprire una noce: secondo la tradizione se la noce fosse stata buona, il desiderio, quell'anno, si sarebbe avverato. La figura dell'angelo realizzata artigianalmente doveva essere appesa alla porta d'ingresso mentre i rametti dei sempreverde erano importanti elementi utilizzati nella decorazione delle tavole natalizie.
Ma prima che arrivasse la vigilia di Natale, i cantori alilo (alilo sta ad indicare una canzone natalizia; la parola alilo deriva dalla parola hallelujah) iniziavano a girare per i paesini. I cantori bussavano alle porte e chiedevano un piccolo dono natalizio, salutando ogni famiglia e cantando una canzone natalizia. Considerato che i preparativi per il Natale erano ancora in cantiere, le famiglie avevano dei pacchi pieni di doni - polpette natalizie, carne, uova, churchkhelas, caramelle e vino - già pronti da consegnare ai cantori alilo.
Se i cantori passavano da una casa senza bussarci, significava che il prorpietario di quella casa fosse una persona povera. Il mood di festa successivo al giorno di Natale durava sino al nuovo anno. Durante questa settimana i vicini sono soliti farsi visita e ospitarsi a vicenda fino al momento in cui i preparativi per il nuovo anno si avvicinano.
Nella Georgia del passato, il nuovo anno - chiamato Kalanda - comprendeva costumi che riflettono un mix èarticolare tra le vecchie tradizioni pagane e quelle cristiane.
Per portare fortuna e propsperità al nuovo anno, ogni famiglia in tutta la Georgia, eseguiva il tradizionale rituale nella mattina del nuovo anno. Secondo la tradizione si dovevano cuocere dei panini dalla varia forma; tra queste forme la figura più importante era quella del katsabasila (l'uomo Basilio) i cui occhi erano realizzati con la frutta secca e poi aveva una cintura con la spada. Questa figura occupava un posto centrale tra le portate nel giorno del nuovo anno. L'uomo Basilio doveva infondere felicità, gioia e prosperità alla famiglia. Tra le altre figure di pane vi erano degli aratri, utensili agricoli, accette, perni, piante rampicanti, cervi, polli, pulcini e spade che stavano a simboleggiare la prontezza della famiglia nel difendere la casa da qualunque nemico. Questo pane, chiamato pane di Basila, veniva preparato da tutta la famiglia, inclusi i bambini.
Il pane Katsabasila e Basila assieme ad altri cibi e frutti venne inserito nella portata del nuovo anno , chiamata, nella Georgia orientale, Abramiant tabla (la tavola di Abramo) . Quest'ultima era la componente principale durante la cerimonia realizzata dal componente uomo più anziano della famiglia: per far sì che la tavola potesse ricevere gioia dai quattro angoli della terra, l'uomo accendeva quattro candele sulla portata. Innalzandola tra le sue mani, camminava per la casa a benediceva, con voce piena, la semina, i vigneti, la stalla ecc., e augurava benessere e prosperità a tutti i commensali.
La credenza vuole che la tavolata del nuovo anno sia un dono di mekvle-papa - un anziano nonnino che vive nelle foreste sconfinate. La rappresentazione artigianale di un anziano mekvle-papa era un altro elemento fondamentale da utilizzare nella decorazione della casa per il nuovo anno.
Tra le decorazioni più importanti rientra anche il chichilaki. Si tratta di un albero di legno ricavato dai rametti del nocciolo, decorato da centinaia di trucioli di legno che fungono da rami; questo è uno degli elementi fondamentali dell'antico rituale connesso alla celebrazione del nuovo anno. Considerato simbolo dell'albero della vita e quindi simbolo di eterno rinnovamento e ferilità, viene decorato con bacche rosse, melograne, mele e tutt'intorno vengono posizionate delle caramelle del nuovo anno.
La cima dell'albero veniva decorata da una corona ricavata da sempreverdi o da rametti delle vigne. A volte il chichilaki veniva agghindato con delle torte circolari chiamate "pulcini"; quest'ultime venivano realizzate con l'impasto del tuorlo d'uovo e bolkelis. Poichè nell'antichità il nuovo anno e il giorno di San Basilio venivano celebrati il 14 gennaio, nella tradizione folcloristica il chichilaki veniva chiamato anche "Barba di San Basilio".
Tra le tradizioni delle antiche celebrazioni del nuovo anno rientra anche il gvergvi - una corona tessuta con piante rampicanti alla quale veniva applicata una croce ricavata dai rami del nocciolo. Solitamente, i bordi della croce venivano adornati con melograne e mele rosse; la corona era attorniata anche da rametti di sempreverdi e bacche rosse.
Per finire, i festeggiamenti del nuovo anno si concludono con una tavolata in festa, in cui tamada - colui che realizza il brindisi - assume il ruolo principale e realizza vari brindisi in sequenza, augurando unione alla nazione e felicità, gioia, salute, pace e lunga vita a tutta la famiglia.
Il Natale in Italia
Gli italiani avvertono l'atmosfera natalizia fin dalla fine di novembre ma la stagione natalizia inizia ufficialmente l'8 dicembre, nel giorno dell'Immacolata Concezione. Una delle tradizioni più apprezzate tra gli italiani è quella del presepe. Il presepe o presepio, come spesso lo si chiama (le versioni sono entrambe corrette), rappresenta la Natività ma è molto più di quello che ci si aspetta!
L'8 dicembre, nel giorno della festa dell'Immacolata Concezione, le famiglie italiane iniziano a costruire il loro presepe. Al suo interno vi sono tutti i personaggi - Maria, Giuseppe, il vecchio saggio, i pastori - e questo è solo l'inizio! Attorno alla grotta vi è tutto il villaggio di Betlemme. Il dettaglio più importante è ovviamente la culla nella mangiatoia che deve rimanere vuota sino alla nascita di Gesù, nella notte di Natale, quando verrà posizionato anche il piccolo Gesù, completando così la scena. Solitamente il Presepe viene esposto nelle case degli italiani sino al 6 gennaio, il giorno dell'Epifania. La tradizione del presepe risale al 13simo secolo e l'idea si attribuisce a San Francesco di Assisi che nel 1223 realizzò una mangiatoia in una grotta di Greccio popolandola di animali reali e persone e celebrò la messa nella notte di Natale. Napoli è riconosciuta per la sua maestria nella creazione di presepi elaborati e artistici. Via San Gregorio è una delle strade divenute famose per l'artigianato; sculture e statuette in legno e terracotta. Qui costruiscono presepi di ogni taglia e alcuni costano centinaia di euro.
Come tutte le culture del mondo anche gli italiani adorano festeggiare il Natale attorno alla tavola, condividendo del cibo squisito assieme ai propri cari. Le portate natalizie italiane sono ricche di cibi caratteristici che cambiano di regione in regione ma ci sono due dolci in particolare che devono assolutamente essere sulle tavole degli italiani: il pandoro e il panettone.
Il panettone è come una soffice nuvola ottenuto da un impasto dalla consistenza fine e e uniforme, dal colore giallo oro, farcito con uvetta passa e frutti canditi. Quando viene tagliato per la prima volta emana un'aroma intenso dal sentore di pane e agrumi. Questo dolce è il risultato di ore, giorni di lavoro realizzato da mani di pasticceri esperti; la sua preparazione è rigorosamente scandita da una misurazione specifica di tutti gli ingredienti, inclusi l'uva passa e i canditi. L'impasto, nel quale vi è il lievito, viene lasciato a lievitare per ben due giorni e poi viene cotto. Una volta pronto, viene lasciato a riposo per un intero giorno e poi capovolto perchè si secchi. L'origine del panettone risale al Medioevo quando la gente decise di festeggiare il Natale con un pane che fosse più ricco del pane di tutti i giorni. L'eterno rivale del panettone è invece il pandoro.
Caratterizzato da una forma a stella e ricoperto da zucchero a velo, ha una impasto soffice e compatto, un aspetto levigato, e dal gusto pienamente morbido. Le sue origini vengono fatte risalire alla magnificenza della corte veneziana nel 500. La preparazione di questo dolce richiede due tipologie di impasti, ai quali si fanno alternare lunghe ore di lievitazione. La sua morbidezza è data dal lungo processo di miscela della farina con le uova alle quali si incorpora l'aria poco a poco facendo in modo che l'impasto diventi liscio e voluminoso. Inoltre l'aggiunta del burro, che si scioglie in bocca, dona al pandoro la sua pienezza nel gusto. Per finire l'aggiunta di vaniglia, arancia e scorza di limone sono il tocco essenziale per donargli quell'inconfondibile aroma e profumo.
5 curiosità sul Natale!
1. La Coca-Cola gioca un ruolo importante nella figura di Babbo Natale
Nel 1931, Coca-Cola assunse un illustratore, Haddon Sundblom, perchè ricreasse l'immagine di Babbo Natale. Prima di comparire nelle pubblicità della nota bevanda, il look di Babbo Natale era più inquietante che gioioso e poteva causare incubi.
2. I tedeschi furono gli influencer dei biscotti e del latte
Grazie ai tedeschi, Babbo Natale riceve dai bimbi uno snack che gli permetta di essere sazio dutante il suo viaggio. Si narra che il 6 dicembre, quando si festeggiava San Nicola, i bambini lasciassero a Babbo Natale un biscotto e del latte in segno di scambio di doni.
3. La tradizione dei calzini appesi fu un incidente
La legenda dei calzini appesi lungo il camino ebbe inizio quando un pover'uomo non aveva abbastanza denaro da investire nel corredo per le sue tre figlie. Sapendo ciò, San Nick, il buon vecchio Babbo Natale, lasciò cadere una borsa piena d'oro dal camino dell'uomo, la notte dopo che le ragazze avevano appeso ad asciugare i loro calzini puliti.
4. La trasmissione "Jingle Bells", degli astronauti dallo spazio
1965, nove giorni prima del Natale. Due astronauti a bordo del Gemini 6 affermarono agli addetti al controllo della missione, di aver avvistato un UFO in procinto di attraversare l'atmosfera terrestre. Quando la situazione iniziò a farsi tesa, interruppero la trasmissione con "Jingle Bells", mentre Wally Schirra suonava una piccola armonica accompagnata da Tom Stafford che agitava piccole campanelle da slitta.
5. Babbo Natale ha un indirizzo
Degli impiegati presso l'ufficio postale canadese, persone molto carine dai cuori grandi e amorevoli, intrapresero l'iniziativa "Programma di scrittura delle lettere di Babbo Natale". Grazie a loro, i bimbi ora ricevono delle risposte dagli elfi di Babbo Natale. Perciò, se vorreste scrivere a Babbo Natale, eccovi il suo indirizzo: Babbo Natale, Polo Nord, H0H 0H0, Canda. Ricordate di aggiungere il vostro indirizzo nella vostra lettera e di inviarla prima del 10 dicembre.